“… Teatro anonimo che eserciterà o meno un’azione sui presenti, ma che si compirà comunque e troverà la propria giustificazione nel semplice fatto di venire rappresentato. Così, per offrire l’embrione di un esempio, voi potrete inscenare un’opera teatrale che consista nel prendere la metropolitana alla stazione di Vaugirard e scendere a Chàtelet. Non si tratterà di un viaggio ordinario, ma di una prova d’attore. (…)
Anche leggendo “Le Monde” mentre passeggiate sotto i portici di rue de Rivoli avrete fatto teatro anonimo.”
[Julio Cortàzar, Il giro del giorno in ottanta mondi, Alet, 2006.]
Il più grande attore di teatro anonimo è quello che neanche sa che sta recitando, che sta mettendo in scena
se stesso. Ma quando lo sa, se perde qualcosa, qualcosa pure acquista.